AVENGERS ENDGAME - PARTE 2 - UN FINALE INELUTTABILE

Anno cinecomico 2019 d.C. 
Quindicesimo giorno dall'uscita nelle sale di Avengers Endgame. 

Da quando questo film è stato rilasciato niente è più come prima.

Ciò che ritenevamo incrollabile è svanito tra le dita. Colossal battuti in un battito di ciglia, dal tremendo incasso che questo film sta inesorabilmente portando a casa. Come un cubetto di ghiaccio che si scioglie al sole o, per fare un leggero richiamo al film battuto questa settimana, una nave inaffondabile schiantatasi contro l'inevitabile evento pop culturale di questa generazione. 

Nel momento in cui sto scrivendo queste ultime parole, siamo già arrivati a 2.300.000 $. Se dovesse crollare anche l'ultima difesa.... il mondo non sarà più lo stesso. 

Ma in realtà non lo è già da tempo. 

Chi avrebbe mai pensato che un film basato sui supereroi potesse segnare in maniera così radicale la cultura pop moderna?

Mi sembra ieri quando tentai di accecarmi entrambi gli occhi dopo aver visto il Daredevil di Ben Affleck. Ma anche quello è servito da lezione. 

Oggi è il loro regno e non sappiamo ancora quanto ancora gli uomini incappucciati/potenziati/solitari continueranno a dominare indisturbati nella sale di tutto il mondo. 

22 sono i film che la Marvel ha rilasciato in questi ultimi anni, ma nessuno come Endgame riassume in maniera così eccelsa i pregi ed i difetti di questi 11 anni di dominio assoluto del mondo dei cinecomics. 

Un esperimento corale che ha visto riuniti sullo stesso set decine di artisti ed attori di elevatissimo calibro, a volte anche solo per un'unica scena Soffermiamoci un attimo su questo punto. 

E' stata una prova di forza incredibile portata avanti dalla Disney/Marvel. Capite cosa significa dover gestire decine di attori del calibro di Robert Downey Junior, Chris Evans e tutti gli altri? dover mettere d'accordo i manager, riuscire a farli essere sullo stesso set, nel momento prefissato, presi come sono dalla realizzazione di altri film, anche solo per una scena, come ad esempio è capitato con Michael Douglas e molti altri? Sapete cosa vuol dire gestire nella più assoluta segretezza un roster di celebrità così variegato, senza contare gli altri membri dello staff dietro la cinepresa, spesso anche segretando intere parti di copione fino all'ultimo istante? E' stato qualcosa di veramente mastodontico e già solo per questo bisognerebbe ammirare tutto il lavoro che é stato fatto. 

Ma c'è tanto da dire, eh già.

Partendo innanzitutto dalla scelta fatta dai Russo di giocare con così nonchalance con un tema complesso come i viaggi nel tempo. E' sempre una patata bollente se non gestita come si deve. Sapete, il famoso Paradosso del Nonno, un problema non da poco quando ci si cimenta con questa tematica. Come gestire una cosa così complessa in un film dove si vogliono utilizzare, non uno, ma  addirittura più viaggi nel tempo per cambiare radicalmente eventi avvenuti nel passato? 

Semplice, non considerandolo.

I fratelli Russo hanno utilizzato uno degli assi nella manica più famosi e allo stesso tempo più strausati del mondo dei fumetti: I Multiversi.

Mi spiego meglio.

Se il personaggio X torna indietro nel tempo, cambiando il percorso della storia, non sarà il suo Universo a cambiare, essendo già il suo passato, ma si creerà semplicemente una nuova linea temporale, con una nuova realtà e nuovi eventi, che però non potranno influenzare quelli degli altri universi paralleli. Tanto semplice quanto incredibilmente utile, perché in questo modo la Marvel riesce in un colpo solo ad aprire alla possibilità che esistano altri mondi oltre quello conosciuto (e si ragazzi, in realtà già Avengers Infinity War, non Spider-man: Far From Home,  aveva del tutto legittimato l'esistenza del Multiverso) oltre che a creare una risorsa di "soluzioni narrative" praticamente infinita. 

Vi faccio un esempio. 

Vi ricordate di lui?

Bene, molti accusano il film di essere una stronzata perché era praticamente impossibile che tutto ciò potesse partire da un sorcio raccomandato dal cugino multimilionario.

Beh, forse non vi ricordate di quello che ha detto quest'uomo:


"Su 14.000.000 di futuri possibili, solo uno portava alla vittoria." 

Questa semplice ma assolutamente importantissima frase, giustifica pienamente tutto quello che accadrà in questo film. Quel ratto che attiva la macchina di Scott, in altri ipotetici 13 milioni di mondi potrebbe non essere mai esistito. Capitan America potrebbe in altri centomila mondi, non essere riuscito a sconfiggere il suo alter ego tornando nel passato. In altri  millemila universi Tony potrebbe aver scelto di non sacrificarsi. Noi stiamo vedendo QUELLA specifica realtà, dove tutto è andato come doveva andare. 

E' il Santo Graal degli sceneggiatori, la panacea infinita che giustifica praticamente tutto quello che succede nel film, almeno da un punto di vista logico. 

Quindi SI, un ratto ha dato inizio alla vittoria degli Avengers. (Che poi, per dire,  un altro ratto ha finanziato l'intero film quindi non vedo dove sta il problema !)

Endgame, però, non è solo scienza, mazzate e topi del destino. Come ho avuto modo di dire in un altro pezzo precedente, Avengers Endgame è un regalo fatto dai Russo a tutti gli 11 anni di lavoro dell' UCM e soprattutto verso gli "old six" che lo hanno reso possibile.

Tutti gli storici membri degli Avengers hanno avuto, chi in un modo, chi in un altro, un loro lieto fine. 

Perché allora non usare gli stessi protagonisti per raccontare cos'è Endgame?

Steve Rogers - Capitan America

Non si può non iniziare dal primo Vendicatore. Insieme ad un paio di altri membri del team Steve è stato, forse, uno dei pochi personaggi rimasto coerente durante tutto il suo percorso narrativo. L'eroe senza macchia che porta avanti quelli che sono gli ideali più belli e sinceri dei Vendicatori. Lo stratega che prepara il conflitto ed il guerriero che si rialza sempre per primo. Devo dire che non mi ha sorpreso tanto l'evoluzione del personaggio, quanto l'evoluzione dell'attore. Chris Evans nel corso degli anni è migliorato tantissimo, entrando sempre di più nella parte e rendendo il suo Cap sempre più dettagliato e credibile. Vi ricordate il primo Vendicatore? impacciato e rigido nei panni di quello che a tutti gli effetti è il leader carismatico del gruppo? quanto carisma ha acquisito nel corso degli anni? E Cap? quanta sofferenza ha dovuto sopportare, vivendo in mondo che doveva a tutti i costi difendere ma a cui spesso non sentiva neanche più di appartenere? E quanto è stato bello vedere finalmente quell'ultimo momento felice, con quella danza che ha accompagnato il resto della sua nuova/vecchia vita?  Il più bel momento di questi 11 anni di cinecomics Marvel, per colui che se lo meritava più di tutti.

Natasha Romanoff - Vedova Nera

Diciamocelo con franchezza.
Tranne che per qualche momento di alto spionaggio, dove effettivamente si vedevano le sue abilità (momenti che si contano sulle dita della mano di Homer Simpson, eh) quante volte abbiamo pensato a quanto era "sotto livellata" rispetto ai Mostri che si trovava intorno? Anche nei fumetti risente di questo problema ma lì viene tutto assopito dal carattere estremamente più forte ed irruento che  il personaggio possiede e comunque viene contestualizzato da storie costruite su misura per lei. Scarlett Johansson ed i vari registi/sceneggiatori che si sono succeduti nel corso degli anni, pur tentando di replicare questa forza, sono spesso finiti per renderla lo stereotipo della Femmé Fatale che di tanto in tanto saltava di fiore in fiore (e una volta flirta con Banner, una volta con Cap, poi ritorna da Banner, poi la sintonia con Occhi di Falco). Talmente fuori contesto che alla fine, per "regalarle" un finale degno i Russo hanno deciso di regalarle l'unico ruolo che le è sempre mancato: quello della "mamma" degli Avengers che si sacrifica per il bene del gruppo. Sia chiaro, nello sviluppo della trama è stata anche una scelta intelligente, ma se uno vede tutto il percorso del personaggio, si vede che è stata una scelta abbastanza forzata.

Clinton Francis Barton - Hawkeye

La Romanoff 2.0, con una grossa differenza, però: il suo personaggio è stato studiato più nel dettaglio. Alcuni dei momenti più belli della saga, sia umanamente che umoristicamente sono legati a questo splendido personaggio, che sa benissimo di non poter competere con la forza ed i poteri di chi gli sta vicino, ma comunque dava il suo contributo concreto all'azione, pur rimanendo coerente con se stesso e con quello che riesce a fare. Quando le cose incominciano a diventare più grandi di lui, decide, come ogni persona con un pò di sale in zucca di farsi da parte e godersi la cosa più importante che la vita ti può dare: la sua famiglia, il suo lieto fine!
Il percorso che lo porta a diventare Ronin è pieno di umanità ed è così credibile che non si riesce a non empatizzare con quello che gli succede.
Non c'è una reale evoluzione nel corso di questi 11 anni, semplicemente perché Clint è così: un personaggio strutturalmente completo di suo.

Bruce Banner - Hulk o Hulk Bannerizzato

Devo essere sincero.
Hulk e Thor sono i motivi per cui c'ho messo tutto questo tempo a scrivere questo articolo. Avevo bisogno di digerire e farmi passare i bollori e le aspettative che mi sono portato dietro durante la visione.
Devo però anche ammettere che, su Hulk nello specifico, ho completamente rivalutato la mia prima impressione. Si, perché l'impatto è stato traumatico ragazzi ritrovarsi di fronte all'omone verde genializzato! (mai come con Thor, ma ne parleremo subito dopo).
Ritrovarsi l'Hulk consapevole di cil che è e "Bannerizzato", così, senza alcun tipo di premessa introduttiva, sconvolge alquanto e anche se ad una prima impressione vorresti trasformarti tu in un essere verde per lanciare le intere file del cinema addosso allo schermo bianco...... Devo dire che forse i Russo hanno ragione in questo caso.
Chiariamoci, penso sia stato un enorme spreco non poter vedere l'evoluzione di come Hulk e Banner siano arrivati alla perfetta coesistenza ma in fondo, in un capitolo finale che voleva regalare un lieto fine a tutti i suoi protagonisti, quale altro finale se non questo? un Banner sereno, che ha preso piena consapevolezza di se e dei suoi difetti, anche come enorme mostro verde. Ripeto, nel più classico stile Marvel si è persa l'occasione per creare un personaggio a tutto tondo, con i suoi conflitti e le sue
lotte interiori (cioè, per dire, adesso in fumetteria sta uscendo quella che forse è la migliore saga mai creata sul personaggio, ovvero The Immortal Hulk, dove si vede tutta la sofferenza di dover convivere con un mostro del genere. L'MCU non considera neanche l'idea di prendere anche minimamente spunto da questo successo editoriale, poi uno non deve farsi nervoso per forza?), preferendo, invece, il classico personaggio bidimensionale, dalla storia semplice ed edulcorata. C'è da dire che sono anche 11 anni che propongono questo, è anche inutile continuare a lamentarsi su aspetti che, tra l'altro, per la maggioranza dei fans sono in realtà un punto di forza.

Thor

Finalmente. Avevo questo nodo in gola da quando sono uscito dalla sala e non vedevo l'ora di poterlo gridare al mondo.
Se Hulk in un certo qual modo, sono riuscito anche a comprenderlo ed in parte addirittura ad apprezzarlo, il biondo figlio di Odino non è stato così fortunato.
Si, perché quello che hanno fatto a questo personaggio è a dir poco OSCENO. Capisco che in un contesto in cui c'era già fin troppa pesantezza, i Russo avevano bisogno di una spalla comica su cui scaricare un pò la drammaticità degli eventi (e comunque avevi molti altri personaggi su cui agire, vedi Ant-Man o Rocket per dirne alcuni) ma quello che hanno fatto al povero Thor è stato inconcepibile.
Non solo per 11 anni lo hai fatto passare per il bellimbusto, un pò tonto, che mena subito le mani ed è bravissimo a fare a mazzate con esseri ultradimensionali, ma molto meno a trovare soluzioni intelligenti (cosa assolutissimamente lontana dal personaggio, ma ok). Passi anche quel tono sempre più scanzonato che hanno acquistato nel corso degli anni i suoi film, ma PORCO DI QUELL'OSCURO KNULL, farlo diventare il classico stereotipo del "quarterback" di turno che, dopo i successi liceali, diventa il peggiore dei falliti nella vita reale, PER KNULL NO!
Voglio anche spezzare una lancia in favore del magico duo registico, ammettendo che comunque da sempre il Thor cinematografico è sempre stato agli antipodi rispetto alla versione fumettistica, ma c'è un limite a quanto si può stuprare un personaggio.
Già mi immagino alcune vostre considerazioni:
"Eh, Simbionte, ma ha subito un trauma! Il mondo è finito a causa sua, la sua razza è sterminata, è una reazione umana!"

APPUNTO. 

Qui non stiamo parlando di Iron Man o Occhi di Falco, stiamo parlando di un DIO, cresciuto per anni seguendo i precetti della cultura Asgardiana, una cultura dedita alla vittoria e al raggiungimento del Valhalla tramite il perseguimento di una vita onorevole e fiera, di un combattente che ha ottenuto svariate vittorie nel corso di innumerevoli battaglie (come viene più volte ricordato nei primi film), che conosce gli orrori della guerra e la crudeltà della morte, di un personaggio che fino a Thor Ragnarok non aveva mostrato il minimo segno di intolleranza rispetto alle sue origini o al suo destino, ma che anzi voleva intensamente perseguire la strada del guerriero che era destinato ad essere. 

No, non posso umanamente concepire che Thor accetti e sia felice di essere la versione triste e patetica del Grande Lebowsky, soprattutto dopo che in Infinity War, finalmente, aveva acquisito il carisma che meritava da sempre di avere!

Tony Stark - Iron Man

The Last but not the Least:Tony Stark.
Molti ritengono che Tony sia stato l'unico a non aver ricevuto il lieto fine che si meritava.
Io non credo.
Ritengo, invece, che insieme a Captain America, sia stato quello che abbia ricevuto il finale che migliore che potesse avere.
Perché Iron Man è sempre stato così.
Dietro quella spavalderia, quel genio senza freni, quella sicurezza che mostrava in ogni situazione pubblica, c'era un uomo combattuto, con tutti i suoi limiti e le sue insicurezze ed anche se non venivano sfogati nelle bottiglie, il conflitto in questi anni ha comunque continuamente logorato il supereroe metallico.
Dietro quell'armatura ultra tecnologica e straordinaria, c'era un uomo ordinario (cioè sempre un filantropo, genio, miliardario, ma comunque con i suoi limiti) che ha portato per anni dentro di sé il fardello di ciò che aveva visto in quella fantomatica visione di anni e anni prima.
Un uomo che per quanto si vuole sentiva  sempre il peso della responsabilità di difendere le persone che amava prima di tutto, prima di se stesso.
"Io sono Iron Man" è la frase che abbiamo sentito pronunciargli più spesso nel corso di tutti questi anni. Lo esclamava con fierezza contro i suoi nemici, lo diceva scherzosamente con i suoi amici, lo rivelava al mondo intero con ironica sicurezza, ma forse prima di tutto, continuava a ripeterlo a se stesso,
Per ricordarsi di chi era e di cosa poteva essere capace. Per ricordarsi che poteva reggere sulle spalle il destino di tutti. Per ricordarsi che solo lui aveva la forza di fermare ciò che sembrava invincibile. Per ricordarsi che sotto quell'armatura fatta di carne ed ossa, c'era un animo d'acciaio pronto a sorreggerlo. Per ricordarsi che uno schiocco non poteva in alcun modo fermare un Uomo d'Acciaio dal suo ultimo intento.
"Io sono Iron Man".........e capisci che il SUO finale non poteva essere diverso da quello.

Thanos

Si anche lui, se vogliamo, ha fatto parte del roster storico dell' UCM. E' stato lui a guidare tutti gli eventi che ci hanno accompagnato nel corso di questi ultimi anni, fino ad arrivare allo scontro finale. Esiste una grande verità nel mondo dei fumetti e della letteratura in generale:

"La grandezza di un eroe la si pesa dal carisma e dalla forza del cattivo che combatte"

Thanos è stata la degna ombra di questo universo fin dai primi momenti della sua apparizione. Mai una battuta fuori posto, mai un momento di debolezza. Anche quando ha mostrato la parvenza di quella che poteva sembrare una briciola di umanità è sempre rimasto stoico e inesorabile nelle sue idee e convinzioni. 
Una forza inarrestabile che si è scontrata con un gruppo inamovibile. 
Persino negli ultimi momenti della sua vita, seduto ed affranto nel vedere il suo sogno svanire (o meglio vedendo svanire se stesso nel nulla) non ha perso quella sua solida, maestosa presenza scenica.
Anche in quegli ultimi attimi sembrava impossibile che potesse svanire.... in uno schiocco di dita.

Endgame, che ci piaccia o no, è stato il traguardo di una generazione ed un evento socio culturale dalla portata che solo pochi altri film hanno potuto avere nel corso della storia. Con i suoi pregi ed i suoi difetti ha segnato inesorabilmente una generazione, che vivrà ricordandosi di quella sera in cui, con uno schiocco di dita, il mondo dei cinefumetti è inesorabilmente cambiato

Ora, noi che siamo sopravvissuti a tutto questo, viaggiamo smarriti per il mondo, vaghiamo per le strade insicuri di ciò che succederà in futuro, alla ricerca di un motivo per continuare ad andare avanti. 

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