RECENSIONE: DISINCANTO - SOTTO L'OMBRA DEI GIGANTI
Si, sto parlando di Matt Groening e finalmente riesco a scrivere la recensione della sua ultima opera:
L'attesa era tanta e c'era grande curiosità su quello che il buon Matt e il suo amico/collaboratore, Josh Weinstein (che nessuno mai si caga) avrebbero tirato fuori dal cilindro. Stiamo comunque parlando del creatore di due delle serie più longeve e di successo della storia della televisione, quindi un pilucchio di aspettativa era del tutto motivata.
E Netflix, giustamente, nel corso della campagna marketing, rincarava la dose, mostrando giusto il necessario, quanto basta a farti venire per lo meno la curiosità di vedere dove si voleva andare a parare.
Alla fine arriva il 17 Agosto e il mondo del web si riempie con mille milioni di recensioni e valutazioni psicosomatiche della nuova opera di Matt (tra l'altro alcune già dopo la prima ora dal rilascio, che uno pensa come Cthulhu è possibile che riescano a tirarti fuori una recensione quando io ci ho messo una vita solo per finirmela la serie, ma tant'è). Lo spettro è ampissimo e si va dalla conferma del nuovo successo targato Matt, del tipo "Aò Mattè, non ne sbagli una!", allo scempio assoluto, roba che manca solo la pioggia acida ed il sangue sulle rive del Nilo.
Andiamo come al solito con ordine e iniziamo dalla sinossi:
Disincanto racconta la storia di un'improbabile principessa ubriacona di nome Bean,
che vive diverse disavventure in un regno medievale di nome Dreamland,
popolato da orchi, folletti, troll, trichechi e tanti sciocchi umani. Ad
accompagnarla, c'è un elfo un po' esuberante, chiamato per l'appunto Elfo, e un piccolo demone di nome Luci. Utilizzando personaggi fuori dal comune, Groening intende parlare di
"vita e morte, amore e sesso, e di come continuare a ridere in un mondo
pieno di sofferenza e idioti".
Si, Disincanto racconta una storia, ma non è quella di Bean. Mi spiego meglio.
Nelle serie di Matt è sempre presente un nucleo centrale di personaggi da cui si dipartono poi tutte le vicende raccontate. Nei Simpson è l'omonima famiglia, in Futurama sono Fry, Leela e Bender. In Disincanto il trio magico è composto da Bean, Elfo e Luci.
Bean è l'adolescente problematica con un insano problema con l'alcol, Elfo è il dolce ingenuo amichetto che vede sempre l'aspetto positivo di tutto e Luci è il demone cinico che, al contrario dell'amico verde, mette sempre la principessa su una cattiva strada.
Lineare no? Beh, non è così in realtà.
La questione è molto più complessa e a tratti non ben definita. Bean non prende mai il ruolo della protagonista, anzi ne sfugge. E' completamente in balìa di quello che succede. Capitemi, gli episodi sono autoconclusivi, quindi qualcosa se la inventa sempre, ma alla fine della stagione non ha una reale crescita. E' un personaggio inerte, su cui si concentrano la maggior parte degli eventi narrati, per un destino molto più grande di lei, ma che fa pesare poco la sua presenza sullo schermo e, almeno personalmente, non sono riuscito ad empatizzare con quello che le accadeva. E' una vittima incapace di dare una svolta alla sua esistenza.
Anche Luci, presentato come il demone che dovrebbe portare Bean sulla cattiva strada, in maniera sarcastica e simpatica, è una figura poco definita e anche un pò deludente. E' ambiguo. A volte è la causa dei più grossi problemi di Bean, ma altre volte perde totalmente questa sua cattiveria e diventa una "pasta di pane" di demone. Per farvi capire, Bender era un egoista, egocentrico, che disprezzava gli umani e l'umanità. Anche lui aiuta Fry diverse volte, ma spesso solo per tornaconto personale. Solo dopo diverse stagioni si crea un legame tale che Bender e Fry diventano come dei fratelli. Qui tutto questo percorso manca e fa perdere enormemente il fascino di uno dei personaggi che, potenzialmente, poteva dare davvero moltissimo come impronta alla serie. Sicuramente gli sarà lasciato molto più spazio in avanti, ma per adesso un'occasione sprecata.
Il vero grande vincitore è Elfo. Parte come una semplice spalla comica, per diventare il protagonista di quella che poi, nella seconda parte della stagione, diventa il tema centrale di tutto il racconto. L'unico personaggio principale, insieme al Re, che effettivamente ha un percorso coerente, credibile e per cui riesci a simpatizzare. Nella sua ingenuità Elfo passa dal diventare lo Zoidberg di turno, a diventare forse la prima vera icona di questa serie.
In ormai 30 anni di attività e con ben tre serie, di cui due enormi successi globali, la caratterizzazione dei singoli personaggi, non solo protagonisti, ma anche comprimari, non è MAI ripetitiva. Non esistono due caratteri identici in quasi un centinaio di personaggi ideati. Tutti i personaggi ideati da Matt Groening si muovono in maniera perfettamente sinergica negli universi da lui creati e paradossalmente, anche tra quelli provenienti da narrazioni diverse non hanno se non una qualche vaga somiglianza.
Se non è bravura questa...
C'è poi un discorso molto più ampio da tenere in considerazione che esula dalla caratterizzazione dei personaggi.
In molte recensioni ho letto diverse accuse rivolte alla serie, quindi di conseguenza a Groening e Weinstein, che sottolineavano il fatto che Disincanto non è al passo coi tempi. In un'epoca in cui il sensazionalismo, il drammatismo e il non sense razionale la fanno da padrone, con colpi di scena cetriolosi e stagioni animate da guardarsi tutte d'un fiato, la "lentezza" di Disincanto stona. Gli esempi portati a sostegno di tale tesi non possono che essere gli immancabili Rick e Morty e Bojack Horseman.
La mia domanda è: Ma cosa vi aspettavate?
Groening, uno sceneggiatore di ormai 60 anni, che per 30 di questi ha creato non due serie così a caso, ma le due più famose e universalmente apprezzate della storia della televisione mondiale, doveva mettersi tutto ad un tratto a modificare uno stile narrativo, consolidato ormai da anni per soddisfare i capricci della fanbase moderna?
Un discorso del genere lo posso capire per un prodotto nuovo come Final Space. Arriva un Olan Rogers qualsiasi, giustamente gli si chiede di creare un qualcosa che sia al passo con i gusti attuali (riuscendoci tra l'altro), ma Groening è tutta un'altra storia, un altro bagaglio culturale e si, un altro modo di scrivere.
E' come se si chiedesse a Spielberg di mettere più esplosioni nei suoi film, perchè "Michael Bay è più moderno". Una mancanza di rispetto verso l'autore e la sua esperienza di anni e anni.
E' come se si chiedesse a Spielberg di mettere più esplosioni nei suoi film, perchè "Michael Bay è più moderno". Una mancanza di rispetto verso l'autore e la sua esperienza di anni e anni.
Pochissimi dei personaggi di Groening sono riusciti immediatamente ad entrare nel cuore dei fan in un colpo solo o con storie sensazionali. La maggior parte è riuscita a scavarsi un piccolo spazio nei nostri ricordi giorno dopo giorno, disavventura dopo disavventura. Groening non ti colpisce dando fuoco all'intero isolato con uno scienziato cetrioloso, ma accendendo il camino ed invitandoti a sederti al fianco dei suoi personaggi, con le loro insicurezze e con i loro rapporti che mano a mano, prendono sempre più spazio nella tua vita quotidiana e diventano sempre più coerenti rispetto all'universo narrativo in cui si trovano. C'è bisogno di tempo per concretizzare e rendere coerenti i mondi da lui creati. Non è qualcosa che riesce in una sola stagione.
I suoi personaggi hanno bisogno di tempo per maturare e concretizzarsi. Zoidberg era un personaggio secondario che mano a mano, con il tempo, è diventato insieme a Bender uno dei più iconici della serie. Ma ci sono volute non puntate, ma stagioni prima che accadesse. Modifiche in corso d'opera, approfondimenti sulla sua storia, atteggiamenti sempre più particolari. Stessa cosa per tanti altri personaggi: Willie, Moe, Smithers, Zapp Brannigan e tutti gli altri.
Per questo ritengo profondamente ingiusto il giudizio così negativo che viene dato a questa serie che sicuramente paga il fatto di essere figlia di uno sceneggiatore di altri tempi, ma che ha ancora potenziale per poter divenire qualcosa di più, come Bean del resto. Sia chiaro, di certo Disincanto al momento non è un capolavoro, ma una buona serie molto gradevole, che ha di fronte a sè un grande potenziale.
La verità è una sola.
C'è un unico, vero ed enorme problema che Disincanto si porta dietro: l'aspettativa dei fan.
Nascere dopo i Simpson non è assolutamente facile, ma arrivare anche dopo Futurama ed in contemporanea con Rick e Morty e Bojack Horseman, è davvero insostenibile.
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