IL TRENO DELL'HYPE: RITORNO AL BOSCO DEI 100 FEELINGS
"Dicono che niente sia impossibile, ma niente io lo faccio sempre!"
Come si può resistere ad un orsetto di peluche paffutello con una maglietta rossa che ti dice una cosa del genere, tralasciando il fatto che questo potrebbe diventare il motto di un'intera generazione?
Il 22 giugno è stato rilasciato sul canale ufficiale della Disney Italia il trailer tradotto de "Ritorno Al Bosco dei 100 Acri", non uno dei film core di quest'anno ma sicuramente una piccola perla che rischia di passare in sordina per gli amanti di popcorn, amore e fantasia.
La trama è più o meno la seguente: Dopo che Steve, uno scoiattolo con gravi crisi di bipolarismo, uscendo per comprare le sigarette, terribile quanto ancora efficace scusa per abbandonare la sua famiglia, colpevole di volerlo sfruttare nelle piantaggioni di nocciole del suocero con un contratto a tempo determinato senza possibilità di rinnovo, viene investito dalla ruota di una Delorean che lo trasporta nel selvaggio West. Inizia così una straordinaria avventura per tornare nel suo tempo e vendicarsi con un fucile sparanocciole delle malvagità perpetrate dal terribile suocero.
Ricordando a tutti che questa storia è coperta da Cuopiright e che abbiamo già ottenuto una cospicua offerta dalla LucasFilm per trarne 10 spin off su ognuno dei personaggi, passiamo alle vere emozioni:
Non c'è niente da fare. Anni e anni di allenamento spasmodico e senza sosta hanno reso la Disney una vera macchina lacera feels e la loro forza (come direbbe un noto maestro jedi con problemi dislessici del loro franchise) scorre talmente potente nei loro sceneggiatori, che riescono a lacerarti l'anima anche solo con 2 minuti di trailer. Ritorno al Bosco dei 100 Acri racconta le vicende di un Cristopher Robin ormai adulto che, costretto in un lavoro sfruttato e sottopagato (no, è ambientato a Londra non in Italia), dimentica le sue due famiglie, quella reale e quella immaginaria. Pooh, Tigro e tutta l'allegra brigata lo aiuteranno a ricordare cosa significa essere bambino e soprattuto a dare il giusto valore alle cose. Vi ricorda qualcosa?
Il film rientra in un vero e proprio nuovo filone cinematografico, ideato dalla casa di produzione del topo colonizzatore, con lo scopo di riproporre alcuni dei grandi classici animati di Walt, in chiave live action, ovvero con degli attori veri e, quando non è possibile, con l'aiuto degli effetti digitali (per quanto ci avrebbe fatto piacere vedere uno Sher Khan in carne ed ossa, probabilmente non sarebbero stati gli unici ammassi di carne e ossa che sarebbero apparsi letteralmente sul set). Si è iniziati con Cenerentola fino ad arrivare alle produzioni più recenti, come Il libro della giungla, il Drago invisibile, e via via molti altri.
La Disney ha pensato bene di prendere questa ondata di trentenni/quarantenni nostalgici ed entrare anche lei in questa Arena Battle Royale del Reboot ad ogni costo. Solo che a differenza di molte altre case produttrici, ci ha messo la testa. Già l'idea di proporre film animati in una chiave live action, giustifica e rende molto più accettabile da parte dello spettatore la ritrasposizione, anche solo per la curiosità di vedere come i personaggi vengono trasformati. Inoltre i prodotti fino ad ora usciti, mantengono tutti una grande affinità con le opere originali, modernizzandole però con grande equilibrio e attenzione. Un lavoro costante e minuzioso che è dimostrato anche dalla meticolosa attenzione che la produzione mette nella scelta dei direttori artistici delle singole pellicole. Tim Burton per Dumbo è un esempio, ma se ne possono fare molti altri.
Ritorno al Bosco dei 100 Acri sembra essere questo. Un ritorno alle origini, a quella dolcezza e sensibilità che solo Winnie the Pooh e i suoi amici riuscivano a trasmettere. Adoriamo (o meglio adoro, il simbionte non è riuscito a reggere la tenerezza del video) il character design di Pooh e della sua combricola (tranne per Tappo, ho sempre odiato quel saccente, inconcludente professorino). Il lavoro che è stato fatto è eccezionale e i personaggi trasmettono talmente tanta tenerezza che a fine trailer si rischia di rimanerne traumatizzati a vita. Sono riusciti a mantenere pressocché inalterato l'aspetto di tutti, adattandolo però ad un publico moderno e intergenerazionale. Personalmente poi questo trailer mi ha segnato non poco.
Durante la visione, infatti, sono stato protagonista di una vera e propria crisi mistica che mi ha portato ad analizzare profondamente me stesso, aiutandomi a mettermi maggiormente in contatto con la parte più introspettiva e naturale del mio essere, questo tramite l'apparizione e l'aiuto di quello che senza alcun dubbio è il mio animale totem:
Durante la visione, infatti, sono stato protagonista di una vera e propria crisi mistica che mi ha portato ad analizzare profondamente me stesso, aiutandomi a mettermi maggiormente in contatto con la parte più introspettiva e naturale del mio essere, questo tramite l'apparizione e l'aiuto di quello che senza alcun dubbio è il mio animale totem:
Già solo per questo è uno dei miei personali must di quest'anno (è già inziata una lunga e articolata trattativa con il Simbionte, culminata con un contratto di visione di almeno 10 film Gore/splatter da qui alla data di uscita del film.) Poi se non siete convinti, nel cast c'è Ewan MacGregor. Di più non so che dirvi.
Se quello è il risultato di due minuti di video, preparate le siringhe di insulina, immagino già le crisi iperglicemiche al termine della proiezione del film.
Commenti
Posta un commento
In ottemperanza alla normativa GDPR sulla privacy si rimanda alla Policy Privacy di Google in merito alla pubblicazione del proprio link del profilo nei commenti
Info sulla Privacy